Acne Paper, il libro

Fuori Tempo

Narrava storie apolidi, senza attualità, rigorosamente cartacee. Ora, prima della sua inattesa rinascita a ottobre, il magazine “Acne Paper” torna in un esaustivo volume. Qui lo presenta Thomas Persson, la sua anima creativa.

Da pochissimi giorni sugli scaffali delle librerie, un imponente volume ripercorre in 588 pagine la parabola di Acne Paper, proponendo una selezione dei migliori contenuti pubblicati nei quindici numeri della rivista di culto. Curato, non poteva essere altrimenti, da Thomas Persson – direttore creativo ed editoriale per tutti e nove i suoi anni di vita, dal 2005 al 2014, e suo cuore pulsante –,  il libro include lavori di fotografi del calibro di Paolo Roversi e Irving Penn e precede di pochi mesi l’inattesa rinascita della rivista, il cui nuovo numero è atteso per ottobre. «Il lavoro di selezione è stato particolarmente arduo», racconta il direttore creativo norvegese. «Per una precisa scelta editoriale, molte delle storie pubblicate su Acne Paper erano slegate dall’attualità, motivo per cui, a distanza di anni, non hanno perso il loro smalto, anzi. Ho sempre trovato soffocante “l’ossessione per il nuovo” che caratterizza gran parte delle riviste di moda, e terribilmente limitante dover dar spazio quasi solo a personaggi, libri e mostre del momento», aggiunge. «Di Acne Paper ho voluto fare invece un porto sicuro per idee e storie “apolidi” che, vuoi per le tematiche trattate, vuoi per il formato inusuale, difficilmente avrebbero potuto trovare ospitalità sulle pagine delle riviste convenzionali». Due esempi per tutti, entrambi confluiti nel nuovo volume: le (ventidue!) pagine che nel numero 13 Persson consacra al tema del corpo nei dipinti di Rubens; oppure le sontuose riproduzioni di arazzi del XV secolo raffiguranti le gesta di Alessandro il Grande, che aprono e chiudono il numero 7. «Nata come emanazione di un brand di moda svedese noto allora col nome di Acne Jeans», spiega Persson, «la rivista, lungi dall’essere stata un progetto di comunicazione aziendale, ha goduto fin da subito di totale autonomia: un’oasi di libertà assoluta, la cui unica missione era creare attorno al brand un vivace universo creativo, popolato di grandi nomi così come di talenti totalmente sconosciuti». 

La scelta della copertina del libro è ricaduta su un autoscatto originale del fotografo sudafricano Christopher Smith, che per l’occasione si è ritratto in veste di fauno, con tanto di coda e corna.  «Mi sono imbattuto per puro caso in questo eccezionale talento su Instagram, rimanendone immediatamente folgorato. Facendo sfoggio di un’invidiabile versatilità, produce da solo eccentrici autoritratti, nei quali si diverte a interpretare i ruoli più diversi, sia maschili che femminili, e a far uso delle più svariate tecniche fotografiche: a lui, oltre alla cover, ho affidato anche il servizio di apertura del libro, chiedendogli di dare una sua personale interpretazione ai quindici diversi temi che hanno ispirato i vari numeri della rivista, come “Manhattan” (Acne Paper #14), “Eroticism” (#8) e “Art and Spirituality” (#9)». Tra il materiale originale confluito nel libro, a integrazione delle foto e dei testi d’archivio, figurano anche testi critici di Sarah Mower, Vince Aletti, Robin Muir e Bjørn Hansteen-Fossum, e brevi “lettere d’amore” per la rivista firmate da amici e collaboratori storici, come lo stilista Manolo Blahnik o il violinista Charlie Siem. Tra le più lusinghiere e originali, a detta di Persson, quella dello studioso di moda Harold Koda, che ha comparato la rivista niente meno che alla socialite e fashionista americana Babe Paley. «Sulla pista da ballo affollata, al Met Gala, non avevi occhi che per lei, per quella grazia che emanava da ogni suo gesto e movimento. Su di lei gli occhi si riposavano, facendo una pausa. Ecco cosa è Acne Paper per me: una pausa elegante nella cacofonia dei media contemporanei». Il nuovo numero della rivista, rivela poi, avrà come tema portante «Age of Aquarius e si presenterà in un formato più leggero rispetto al passato. Invariato rimarrà invece il suo spirito libero e curioso, con un mix originale di high fashion, fotografia e argomenti capaci di sorprendere, pescati nella contemporaneità come nel passato. Liberi insomma di poter sempre scegliere ciò che ci piace, senza dover render conto a nessuno», spiega Persson. Fedele alla sua vocazione di voce fuori dal coro, Acne Paper – promette anche Jonny Johansson, direttore creativo e co-fondatore di Acne Studios  – andrà ancora una volta nella direzione meno scontata. «In un mondo, quello dei giovanissimi, sempre più smaterializzato e digitale, ci ostineremo a ribadire l’importanza dell’analogico, organizzando eventi di lancio live e continuando a produrre – sì, nel 2021 – una rivista in formato unicamente cartaceo. In un mondo sempre più dominato dall’immagine sul cellulare a scapito della parola, dove tutti gridano scompostamente in cerca di attenzione, ci adopereremo per dar voce a quei creativi che, vuoi per timidezza o innata eleganza, scelgono di muoversi silenziosamente e con garbo dietro le quinte, lontano dal clamore di internet».

Di Michele Fossi

Pubblicato su Vogue Italia, luglio 2021

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