La passione addosso

La Passione Addosso

Dopo lunga gestazione, Ferrari è pronta a lanciare la sua prima collezione moda (donna, uomo, bambino). Il designer Rocco Iannone spiega come ha guidato il mito delle corse verso l’universo fashion, tra passato e futuro, radici e videogame.

di Michele Fossi

Occhi puntati su Maranello il 13 Giugno, giorno in cui si terrà l’attesa sfilata che sancirà l’ingresso ufficiale di Ferrari nel novero delle case di moda. Firmata da Rocco Iannone, la prima collezione della casa automobilistica, frutto di una lunga gestazione creativa durata oltre un anno e mezzo, comprenderà linee donna, uomo, bambino e accessori e sarà commercializzata attraverso una nuova rete di tredici flagship store e un sito e-commerce creato ad hoc. 

Una convinta proposizione fashion per il Cavallino Rampante che, per proporzioni e ambizione di intenti, non ha precedenti nel mondo automobilistico e che rientra nel quadro di una ramificata strategia di diversification: oltre alla moda, prevede espansioni anche nei settori del fine dining (in concomitanza con la sfilata, la casa automobilistica inaugurerà anche il nuovo ristorante Cavallino di Maranello sotto la guida di Massimo Bottura) e dell’e-gaming. «I capi di questa collezione non inseguono le mode di una stagione: ambiscono piuttosto a essere ragionate e durature “reincarnazioni” dei codici formali ed estetici delle auto Ferrari, opportunamente reinterpretati e ricontestualizzati nel linguaggio moda», spiega Iannone, classe 1984, approdato come direttore creativo a Ferrari nel 2019 dopo aver ricoperto lo stesso ruolo per Pal Zilieri e quello di Head Men’s Designer per Giorgio Armani. «L’inconfondibile silhouette della calandra Ferrari viene ad esempio “citata” nel dettaglio di una marsina e come forma di un occhiale da sole; l’altrettanto riconoscibile design dei fari rivive invece nelle gomitiere e nella sagoma di alcuni tagli». Il risultato d’insieme è una collezione dominata, com’era prevedibile, dai colori Ferrari per eccellenza, il rosso, il nero e il giallo di Modena, ma anche capace di sorprendere, grazie all’inattesa audacia dei volumi e i forti richiami futuristici. «Oltre che nelle auto Ferrari, ho cercato l’ispirazione nell’affascinante estetica dei videogiochi», spiega lo stilista. «Il motivo? Con lo scoppio della pandemia, le nuove generazioni si sono trovate a passare ancora più tempo che in passato nei mondi virtuali, finendo per assorbirne i canoni estetici. Parlando il linguaggio visivo dei giovanissimi, questa collezione vuole lanciare loro un ponte per invitarli a scoprire l’appassionante universo di miti e valori costruito in settant’anni di vita dal marchio Ferrari, del quale, per ragioni anagrafiche, non necessariamente hanno piena contezza. L’idea dietro a questo e agli altri progetti di diversification», aggiunge lo stilista, «è capitalizzare la forte presenza di Ferrari nell’immaginario collettivo – dal cinema alla musica e all’arte – , grazie alla quale l’azienda è da anni al vertice delle classifiche mondiali per brand awareness». Per poi concludere: «Lungi dall’essere un mero produttore di auto di lusso, Ferrari è un pezzo di storia del costume e dell’eccellenza italiana, che a breve sarà possibile non più solo guidare, ma anche indossare e assaggiare. Del resto, come ebbe a dire Enzo Ferrari, “la passione non può essere descritta, può solo essere vissuta“».

Di Michele Fossi

Pubblicato su Vogue Italia, giugno 2021

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