Cresce la domanda di giochi e abiti gender neutrali. A favore di un modello educativo lontano dagli stereotipi di genere.
I dati resi noti dalla piattaforma Pinterest fanno ben sperare: aumenta il desiderio di crescere i figli lontano dagli stereotipi di genere. Nell’arco di un anno è esploso il numero di ricerche di nomi, camerette e giocattoli gender neutrali, utilizzabili cioè sia per maschi sia per femmine: rispettivamente +301%, +527%, +75%. In parallelo, cresce l’interesse per la moda bambino unisex (+119% di ricerche). Una tendenza, conferma Giuliana Parabiago, portavoce di Pitti Immagine Bimbo, «accentuata soprattutto fra i brand dal taglio sportivo, urban o street style, nelle collezioni eco, e particolarmente recepita dai Paesi nordici», pur precisando che interessa al momento attuale il 10% circa dell’offerta.
L’unisex per la moda bimbo non è una novità: «Dalla fine degli anni 60 fino ai ’70, incarnò l’ideale paritario portato avanti dalle rivendicazioni femministe», spiega Jo Paoletti, autrice del libro Pink and Blue: Telling the Girls from the Boys in America. «Il suo ritorno, oggi, è dovuto alla nascita di una nuova sensibilità attorno al tema del gender, visto come uno spettro di nuance e possibilità, e non più come una dicotomia maschio/ femmina. Ma sospetto sia anche, in parte, una reazione dell’educazione rigida a tal riguardo impartita ai bambini della seconda metà degli anni 80, che oggi, divenuti genitori, sperimentano modelli educativi più tolleranti. I bambini non si limitano ad assorbire la cultura della società in cui crescono, ma contribuiscono a plasmarla: sia da piccoli, comunicando ai genitori i loro dissensi e desideri, sia da adulti, agendo in funzione delle esperienze dell’infanzia».
Al ritorno dell’unisex ha contribuito anche l’endorsement di celebrità come Céline Dion, Paloma Faith, Angelina Jolie ed Elon Musk, che annunciando di aver bandito rosa, celeste e altre forme subliminali di “incasellamento” di genere dall’infanzia dei loro figli hanno sdoganato la gender-neutrality come nuova modalità per esprimere l’amore genitoriale, facendone una moda. Anche l’industria del giocattolo, specchio dei cambiamenti culturali nella società, strizza l’occhio alla crescente, seppur minoritaria, schiera di genitori “gender- sensibili”. Grandi distributori come l’americana Target già nel 2015 hanno eliminato le distinzioni di sesso nei loro reparti giochi. Lo scorso autunno Mattel ha lanciato “Creatable World”: la prima bambola gender-neutral, personalizzabile con molte opzioni di abiti, accessori e parrucche, scelta del sesso inclusa, per generare personaggi sempre diversi.
Androgina, con labbra sottili, ciglia di media lunghezza e mascelle non troppo squadrate, è lontana da Barbie e Ken e dai loro marcati caratteri sessuali. Una “tela bianca”, l’ha definita Andrea Ziella, head of marketing di Mattel Italy, «che incoraggia i piccoli a giocare senza regole o etichette», consentendo ai giocattoli di essere solo giocattoli. E ai bambini di essere “solo” bambini.________________
text by Michele Fossi
Published in Vogue Italia, June 2020
