Sporgendosi dalla vertiginosa terrazza panoramica del bar “1-Altitude”, al sessantatreesimo piano del grattacielo “1 Raffle Place”, si capisce perché quello di Singapore è stato definito uno degli skyline più belli del mondo. Difficile non posare inizialmente lo sguardo sull’inconfondibile piattaforma sospesa nel vuoto dell’hotel Marina Bay Sands: sfida ingegneristica tra le più folli di sempre, che fa pensare ad una nave arenata miracolosamente su tre monoliti di vetro e cemento, pericolosamente in bilico. Poco distanti, le due macro-serre del parco Gardens by the Bay, una dedicata a fiori e cactus e l’altra alla vegetazione tropicale, si accendono di luce al tramonto come astronavi appena atterrate. A completare il quadro surreale, i colori lisergici e cangianti dei “super-trees” : diciotto torri alte dai venticinque ai cinquanta metri rivestite di piante tropicali e felci, che, come in un sogno ad occhi aperti, ricordano gli alberi a ombrello rovesciato del film Avatar.
Ma sarebbe sbagliato ridurre la città-stato asiatica ad una fredda “fiera delle vanità” per architetti: divertente per poche ore, ma senz’anima. Per rendersene conto, basta gettarsi tra le brulicanti strade della vicina Chinatown, con le sue caratteristiche case a due piani d’inizio novecento, imperdibile mecca per gli amanti del cibo di strada. Oppure, attraversato un viale trafficato, vivere l’esperienza mistica di una cerimonia induista all’interno del tempio Sri Mariamman, nel cuore di Little India, tra effluvi d’incenso e canti liturgici accompagnati dal ritmo ossessivo di flauti e cembali.
Forse nessuna altra destinazione di viaggio in Asia, consente come Singapore di avere, in pochi giorni, se non addirittura in poche ore, un assaggio di ben tre tra le principali culture del continente: quella cinese, quella indiana e quella Malese. Dal loro connubio è scaturita la cultura ibrida locale “Peranakan”, di cui la boutique “Rumah Bebe” mette in vetrina il raffinato artigianato, offrendo al contempo l’assaggio di piatti poveri “fusion” della tradizione, introvabili altrove.
Ma nella cosmopolita ed effervescente “Manhattan del Pacifico”, che negli ultimi cinque anni ha saputo imporsi come una delle principali mete gastronomiche del pianeta, si viene oggi soprattutto per vivere esperienze gourmet ai più alti livelli. Da non perdere gli antipasti di pesce di “Adrift”, il nuovo ristorante di David Myers; il casual fine dining di “Cure”, ispirato alla filosofia della bistronomy, ed il superlativo sushi di “Shinji”, considerato uno dei migliori ristoranti giapponesi Edo-style fuori dal Giappone. Molto raffinato anche il menu di Pollen, suggestivo ristorante ricavato all’interno della macro-serra di Gardens by the Bay dedicata ai fiori ed alle piante grasse.
Sul fronte museale, da non perdere una visita alla Singapore National Gallery, inaugurata al pubblico lo scorso 24 Novembre. Può vantare di essere il primo museo al mondo dedicato all’arte del Sud Est Asiatico del 19mo secolo, e sicuramente uno dei più imponenti: ricavato all’interno di un tribunale d’epoca coloniale riportato all’antico splendore dopo anni di restauro, la sua superficie espositiva, ben 64 000 mq, supera addirittura quella del Musée du Louvre! Il luogo ideale per familiarizzare con il lavoro di grandi pittori ingiustamente non molto noti in Europa, come Chua Mia Tee e Tay Kok Wee e, perdendosi nelle loro pennellate ad olio, per farsi un’idea della “Singapore che fu”: solo cinquant’anni fa, nel 1965, quando l’ex colonia britannica ottenne l’indipendenza, un modesto villaggio di pescatori.
Davanti a quelle tele, risulta difficile credere che, nel giro di pochi decenni, Singapore si sia evoluta non solo in una vibrante metropoli, ricca e cosmopolita, ma anche in uno dei principali laboratori di idee — soprattutto in materia di gestione intelligente del traffico, del consumo delle risorse — dell’intero continente asiatico. Molto interessante, per approfondire l’argomento, la “Singapore City Gallery”: un piccolo museo allestito presso gli uffici dell’URA, l’ “Urban Redevelopment Authority” di Singapore, dove, tra grafici, plastici e video educativi, viene raccontata, tappa per tappa, la crescita vertiginosa della città. Particolarmente avvincente la parte della mostra dedicata alla “Land Reclamation”: l’ambizioso progetto che ha portato Singapore, per mezzo di titanici travasi di sabbia, a strappare circa il 20% della sua superficie attuale al mare.
Tra i progetti di edilizia pubblica più impressionanti raccontati alla “Singapore City Gallery”, vi è sicuramente Punggol, la prima “eco-town” di Singapore, sorta nel corso degli ultimi quindici anni nella parte nord-est dell’isola, e facilmente raggiungibile dal centro città con i mezzi pubblici. Può essere interessante programmare una visita guidata in questa bianca città-esperimento per farsi un’idea dell’aspetto che potrebbero assumere le metropoli asiatiche negli anni a venire. A Punggol, infatti, il futuro sostenibile auspicato da ecologisti e bioarchitetti è già presente: qua il cemento convive armoniosamente con aree verdi ed altri spazi pubblici adibiti all’attività fisica ed alla socializzazione, mentre il consumo di risorse, come acqua ed energia elettrica, è ridotto al minimo da intelligenti interventi di eco-architettura. Una città-esperimento che si fa portatrice di un nuovo paradigma di sviluppo per le megalopoli asiatiche (e non), che ci consegna un’immagine del futuro, se non proprio pittoresca, indubbiamente positiva e rassicurante, senza ingorghi, smog e alienazione urbana, cui guardare con speranza.
Pubblicato su L’Uomo Vogue, Gennaio 2016
Il sito dell’Ufficio del Turismo di Singapore
Musei
National Gallery
1 Saint Andrew’s Road
Singapore City Gallery
45 Maxwell Road, The URA Centre, Singapore
https://www.ura.gov.sg/uol/citygallery
Ristoranti
Menù di sette piccole portate, caratterizzate da una chiara volontà dello chef di giocare con l’effetto sorpresa e gli accostamenti di sapore insoliti, è quello che attende i visitatori di questo superlativo nuovo ristorante nel quartiere di China Town ispirato alla filosofia della “Bistronomy”, e considerato non a torto tra i più sperimentali della città. Motivo di vanto del ristorante, la freschezza degli ingredienti: le verdure utilizzate sono infatti rigorosamente di stagione e a chilometro zero.
21 Keong Siak Road
Non è un bar, ma uno dei più promettenti casual dining tra quelli aperti di recente a China Town. Su una plancia Kepanyaki, lo chef francese François Mermilliod prepara di persona per i suoi clienti piatti di sua invenzione a base di ingredienti di stagione, da lui acquistati al mattino. Da non perdere il piatto di cui va più fiero: i “Cappellini al granchio e riccio di mare”
In questo ristorante, annesso all’esclusivo Hotel Majestic, si viene per assaggiare i classici della cucina cinese, come l’anatra laccata o il Sew Mai, ma in chiave “nouvelle cuisine”. La cosiddetta “Modern chinese cuisine”, che a grandi porzioni da condividere con i commensali, come vorrebbe la tradizione cinese, preferisce sull’esempio europeo piccole, elaborate porzioni individuali servite al piatto.
L’indirizzo giusto per assaggiare la cucina Cantonese più raffinata. Cavalli di battaglia dello chef: piatti a base di frutti mare e “dimsum”.
Elegante ristorante il cui motto è “Where british cuisine meets asian influences”, dal setting unico: si trova infatti all’interno del “Flower Dome“ di Gardens by The bay. Piatti ricercati ed innovativi, insaporiti da “odori” provenienti dall’orto privato del ristorante. Aprire un ristorante all’interno di una serra ha indubbiamente i suoi vantaggi.
E’ l’avamposto singaporegno della star australiana del Thai Food David Thompson. La filosofia del ristorante è proporre i classici del cibo di strada di Bangkok senza troppi stravolgimenti in un setting d’eccezione. Buonissimo il gelato al Durian, il frutto nazionale di Singapore, noto soprattutto per l’odore pungente del frutto ancora chiuso, così penetrante che a Singapore è addirittura vietato portarlo sugli autobus. All’uscita del ristorante, un mezzanino offre una vista mozzafiato sul casino del Marina Bay Sands, uno dei più grandi al mondo.
Atrium 2 The Shoppes at Marina Bay Sands
Del menu di questo nuovo, bel ristorante dalle luci soffuse nato dal genio di David Myers, colpisce soprattutto la freschezza del pesce e dei frutti di mare e la delicatezza delle preparazioni, volte ad esaltare il sapore naturale del pesce, senza mai coprirlo con salse e unguenti vari. Senz’ombra di dubbio uno dei migliori di Singapore per antipasti a base di ostriche, aragosta e granchio e per la carta dei cocktail.
10 Bayfront Ave, Marina Bay Sands
Shinji by Kanesaka – Raffles Hotel
A pochi anni dalla sua apertura, Shinji si è già guadagnato la nomea di ristorante nipponico tra i migliori al mondo fuori dal Giappone. A rendere l’esperienza indimenticabile, un raffinato menu strutturato in circa venti assaggi a base di varietà di pesce molto ricercate e l’atmosfera intima, quasi domestica, con un numero limitato di clienti disposti a U attorno al tavolo di lavoro dello chef.
Presso il Raffles Hotel, 1 Beach Road
L’indirizzo giusto per chi vuole provare il brivido di assaggiare il celebre “Fuku”, il pesce palla. Servito, come vuole la tradizione nipponica, su coloratissimi piatti, il Fuku può risultare fatale all’assaggio se lo chef commette errori nella rimozione delle sacche di veleno nascoste nel ventre degli esemplari femmina. Per i più spavaldi…
14 Mohamed Sultan Rd
Uno dei migliori indirizzi al mondo per il barbeque giapponese, nato dalla sintesi delle esperienze raccolte dallo chef Ishida durante un lungo viaggio, che lo ha portato a visitare ben 1500 ristoranti Teriyaki in Giappone.
48 Boat Quay
Cibo di strada
Sarebbe un delitto lasciarsi distrarre dai ristoranti stellati al punto da trascurare del tutto l’assaggio dello street food di Singapore. Nella Smith Street si concentrano decine di piccoli ristoratori dove assaggiare i piatti della tradizione: “Chicken rice”, “Chicken satay”, “prawn noodles”, Tim sum e due imperdibili piatti a base di granchio, “Chili crab” e “black papper crab”.
High Tea
Il rituale dell’High Tea, importato dagli Inglesi in epoca coloniale, rimane molto vivo a Singapore. Particolarmente curato nei dettagli quello offerto al ristorante “Cliff at pier” all’interno dell’hotel “Fullerton bay”. Rigorosamente at 4 o’clock. Per vivere invece l’esperienza di quello offerto al tempo della regina Vittoria da Harrod’s, bisogna recarsi al Tifflin Club, all’interno del Raffles Hotel, ottimo indirizzo anche per il brunch domenicale.
Fullerton bay Hotel, 80 Collyer Quay
Piccolo museo privato che offre la collezione più ricca al mondo di artigianato dell’originalissima cultura ibrida singaporegna, all’incrocio tra cina, malesia e influssi coloniali. Tra gli oggetti di maggior valore, le celebri calzature nuziali, sia per uomo che per donna, impreziosite da oltre ventimila perline, cucite a mano una ad una.
39 Armenian St
Antiquariato di arte e artigianato asiatico
Colorato negozio di antiquariato asiatico nel cuore di Chinatown. Una Wunderkammer polverosa dove perdersi per ore, e dove è possibile acquistare di tutto, da gioielli indiani alle campane tibetane e i mandala.
33/33A Pagoda Street
Bellissima boutique specializzata nella vendita di oggetti rari ed insoliti, situata all’interno del Raffles Hotel. Per rivivere, da adulti, l’emozione e lo stupore che provavamo da bambini nel varcare la soglia di un negozio di giocattoli.
The Raffles Hotel Arcade
Rumah Bebe – A Peranakan heritage boutique
Boutique, sarto su misura e piccolo ristorante dove toccare con mano ed acquistare gioielli ed abiti tradizionali Peranakan, ed assaggiare la cucina tradizionale di Singapore.
113 East Coast Rd
Hotel
Marina Bay Sands
Rappresenta uno degli edifici più complessi sotto il profilo ingegneristico mai costruiti al mondo. Gli eccessi qua sono di casa: al suo interno si trovano due suite di 629 metri quadrati ciascuna, l’equivalente di due campi da tennis. La piscina al 52mo piano, non solo è la più elevata del mondo (si trova infatti a 200 metri da suolo), ma supera – in larghezza- addirittura l’altezza della torre Eiffel. Con oltre 60 ristoranti al suo interno, in breve tempo il Marina Bay Sands si è affermato come meta di pellegrinaggio per food travelers di tutto il mondo. Tra gli chef di fama internazionale che hanno aperto qua una loro filiale: Mario Batali e Daniel Boulud (New York), Wolfgang Puck (Los Angeles), Tetsuya Wakuda (Sydney), Justin Quek (Singapore), David Myers (Los Angeles), David Thompson (Bangkok) e Gordon Ramsay (Regno Unito). Sotto l’hotel, si nasconde uno sterminato paradiso dello shopping: 270 boutique, 170 delle quali consacrate a brand del lusso, ed il più vasto assortimento di accessori e moda uomo di tutto il continente asiatico.
Park Royal at Pickering
Quindicimila metri quadri di vegetazione, più del doppio della superficie occupata dall’edificio, distribuiti su vari ordini di giardini pensili e numerose terrazze alberate, ornano questo superlativo hotel situato a ridosso di China Town. Ottimo indirizzo anche per il brunch, con un buffet tra i più ricchi in città.
Sette diverse lobby per altrettante culture del mondo — Peranakan, sudamericana, europea ed indiana solo per citarne alcune — ascensori decorati con fantasie ittiche che variano con la luce e surreali tavoli da pingpong interamente specchiati. Più che un Hotel, questo capolavoro di Philippe Stark, inaugurato da poche settimane, è un’esperienza onirica: all’ingresso nelle stanze, decorate con irriverenti scarabocchi alle pareti, troviamo ad accoglierci letti che paiono levitare alcuni centimetri dal pavimento, ed addirittura WC incantati… che salutano con la seggetta non appena si varca la soglia del bagno. Ad impreziosire la hall, un’imponente istallazione dell’artista locale Soh Ee Shaun, autore delle decorazioni di numerose stazioni della metro di Singapore.
30 Beach Road
Sofitel So
Nato da una visione di Karl Lagerfeld, il Sofitel So offre una delle più suggestive piscine sul rooftop dell’intera città stato. La hall e le stanze sono impreziosite da numerosi interventi creativi del designer di Chanel: dal “merlione” (il leone dal corpo di pesce simbolo di singapore) ricamato dietro agli accappatoi ad irriverenti appendi-asciugamani a forma di mano che fa il gesto delle corna. Un insolito connubio di humor, eleganza francese di altri tempi e modernità singaporegna.
I pacchetti “Singapore stopover holiday” di Singapore Airlines
Singapore Airlines vola cinque giorni alla settimana da Milano Malpensa e due giorni alla settimana (tre in estate) da Roma Fiumicino verso Singapore e altre destinazioni in Asia e Pacifico. La compagnia aerea propone diverse iniziative come il Free Singapore Tour, che offre una visita guidata della città ai viaggiatori in transito per almeno 5 ore e mezza oppure i pacchetti Singapore Stopover Holiday, che includono il pernottamento, transfer da/per l’aeroporto e sconti, prenotabili tramite il sito Singapore Airlines o le agenzie di viaggio. I passeggeri della compagnia possono inoltre usufruire del Changi Transit Programme che prevede il Changi Dollar Voucher del valore di $20 o $40 spendibile all’interno dell’aeroporto.
Guida di singapore in italiano
Tham Foon Choy
tamtamjc@singnet.com.sg
+6597386948
Guida per l’escursione a Punggol
+6594550235
Si ringrazia l’STB per il prezioso supporto e Leica per aver messo a disposizione la macchina fotografica “Leica Q” per la realizzazione di questo progetto.
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