Se si è disposti a rinunciare a strade perfettamente asfaltate, un percorso tra i più suggestivi e, paradossalmente, meno battuti per avventurarsi tra i paesaggi primigeni dell’Islanda, alternativo al classico giro dell’isola lungo la Route 1, è quello che si snoda nella penisola montuosa dei “Fiordi Occidentali”. Dopo un primo assaggio di scorci lunari lungo la Route 61, la prima tappa è Djúpavik, fino agli anni ’50 fiorente centro di trasformazione dell’aringa, come rivelano la suggestiva fabbrica abbandonata ed un imponente relitto di nave nel porto, ed oggi remoto avamposto abitato stabilmente da due soli abitanti. Un luogo stregato, stretto tra nere scogliere innevate a picco sul mare, da cui, oltre ad alcuni percorsi di trekking, si dirama una delle strade più panoramiche di tutta l’isola, seguendo la quale si può risalire la costa Est fino a Nordfjordur. Dopo una rigenerante nuotata nella piscina alimentata ad acqua termale del vicino Hótel Laugerhóll, si prosegue per Ísafjörður, ottima base per gli amanti del whale watching. Ma è solo imboccando le Route 60 e 62, le strade semisterrate che, senza alcuna fretta, seguono il profilo di quattro fiordi fino a Bíldudalur, che la regione più remota e selvaggia d’Islanda, tra vulcani spenti, cascate e deserte spiagge di sabbia nera, regala i paesaggi più indimenticabili. Le ore migliori per effettuare la traversata sono sicuramente quelle della sera, quando le montagne si tingono dei colori caldi di un sole nordico che, da Maggio a Luglio, si paralizza fino al mattino in una surreale posizione di perenne tramonto, lasciandoci col dubbio che persino il tempo, davanti a tanta bellezza incontaminata, abbia cessato magicamente di scorrere. Sulla via del ritorno, d’obbligo una deviazione fino alle impressionanti scogliere di Látrabjarg, paradiso per gli ornitologi, ed infine, nei pressi di Kross, una sosta ad una delle piscine naturali di acqua termale più belle e meno note dell’isola, dove ci si ritrova a fare un bagno caldo a cielo aperto in completa solitudine, circondati solo da una colata lavica macchiata di neve a perdita d’occhio e dalle acque del fiordo, così placide da parere uno specchio.
Se si hanno più giorni a disposizione, tre country hotel da sogno forniscono una scusa per esplorare tre regioni molto diverse tra loro, con cui integrare idealmente il viaggio nei fiordi occidentali: il “Lónkot Bucolic Resort” a Hofsos, l’Hótel Búðir nel cuore di Snaefelsness (la lunga penisola dove Jules Vernes collocava l’ingresso del celebre tunnel per il centro della terra e dove oggi vengono girate numerose scene di “Games of Thrones”) e, più vicino a Reykjavik, non lontano dalle cascate e geyser del cosiddetto “golden circle”, il design hotel “Ion”. Tre indirizzi che equivalgono ad altrettante esperienze gastronomiche indimenticabili: se la proprietaria del Lònkos, l’attrice di teatro Palina Jònsdottir, affiliata della rete Slow Food locale, è nota soprattutto per la sua cucina a base di fiori commestibili di stagione, all’Ion ed al Búðir i migliori ingredienti della tradizione islandese, in particolare la carne d’agnello cresciuto allo stato semi-brado e la trota salmonata, vengono proposti in chiave gourmet, ai più alti livelli.








(c) Clara Vannucci









Lónkot Bucolic Resort, Hofsós
Hotel Búðir, penisola di Snaefelsness
Apothek
Il Ristorante “Apothek”, come suggerisce il nome, è stato ricavato nei locali di una vecchia farmacia. Tra i nuovi ristoranti della capitale, è uno dei più amati dalla comunità dei creativi. Il menu “Icelandic” offre un interessante percorso in sette piccole portate tra i sapori più caratteristici della palette gastronomica islandese. Highlights: pulcinella di mare, agnello e, per i meno sensibili alla causa animalista, addirittura carne di balena.
Sjávargrillið
Altro ristorante alla moda, aperto nel 2011 da uno degli chef più noti d’Islanda, Gústav Axel Gunnlaugsson. Atmosfera calda e accogliente, che ricorda la stiva di una nave, ed un ottimo menù a base di ingredienti locali, soprattutto pesce e frutti di mare, in sei piccole portate: “Savours of Iceland”.
Noleggio auto
Noleggiare un’auto a Reykjavik è la premessa di ogni viaggio nei West Fjords.
Faircar.is, giovane azienda locale a conduzione familiare, offre non solo le tariffe più convenienti, ma anche un servizio tagliato su misura (consegna dell’auto davanti all’hotel, flessibilità negli orari di riconsegna).
Hotel Holt, Reykjavik
Con decine di dipinti ad olio sparsi tra la hall, il frequentatissimo bar à cocktail e le stanze, l’Hotel Holt è una vera e propria galleria d’arte. Complice un arredo vintage, impreziosito da numerosi tappeti e dettagli in ottone, al suo interno il tempo sembra essersi fermato. Per chi alla coolness del design contemporaneo preferisce il calore di interni che paiono usciti da un noir nordico.
Into the Glacier. Suggestivo percorso scavato all’interno del ghiacciaio Langjökull, uno dei più grandi d’Europa. Inaugurato questa estate.
“Inside the Vulcano”
Il tour organizzato “Inside the Volcano” porta a 120 metri di profondità all’interno del cratere di un vulcano la cui ultima eruzione risale a 4000 anni fa. Attraverso un piccolo ascensore ci si cala all’interno di un’imponente cattedrale di pietra gialla e rossa scolpita dalla natura.
Www.insidethevolcano.com
Whale Watching a Isafjordur
Tour privati in auto
Iceland Luxury Tours
www.icelandluxurytours.com
Icelimo – Luxury Travel in Iceland
Tour in elicottero
Norðurflug – Helicopter Tours
Tra le tratte più richieste, quella che sorvola le tanto affascinanti quanto inaccessibili Highlands o il vulcano Eyjafjallajokull. Prenotando con sufficiente anticipo, Norðurflug organizza anche esplorazioni di mezza giornata fino ai Fiordi Occidentali (“Wonders of the West Fjords”).
Pubblicato su L’Uomo Vogue, Ottobre 2015