Intervista a Alessio di Zio

Ritratto di Alessio Di Zio, giovane regista (“per caso”), ora in ascesa

 

“Ironia del destino, ho raggiunto la notorietà per dei cortometraggi che ho girato essenzialmente per me stesso, per fermare su pellicola idee ed atmosfere che progettavo, e progetto tutt’oggi, di far confluire in un lungometraggio”, esordisce il regista, produttore e musicista Alessio di Zio, classe ’92, rivelando di essere stato colto alla sprovvista dal plauso della critica cinematografica degli ultimi anni. “In particolare, il fatto che i miei lavori siano stati assimilati a video-art da un lato mi ha lusingato”, confessa, “dall’altro mi ha messo a disagio. Mi sono sentito come un pittore che pianifica un enorme affresco sulla parete di una chiesa, e si ritrova ad essere famoso per i suoi schizzi preparatori a matita”. Nella biografia di Di Zio ci sono tutti gli ingredienti dell’ enfant prodige: nel 2008, a soli sedici anni, realizza i suoi primi video musicali per il duo tedesco Sank Otten. L’anno successivo realizza il suo primo mediometraggio, “Le favole di Casimiro”, in cui si ritrovano gli elementi di una poetica cinematografica molto originale, più interessata alla descrizione di atmosfere che alla narrazione di storie, che ricorre in tutte le opere, soprattutto cortometraggi, realizzati negli anni successivi. La consacrazione arriva nel 2012, quando tre sue opere brevi, “Fanteria Cavalleggeri”, “Roberto Pellegrinaggio” e “Appunti per un film su Rodolfo Valentino”, debuttano alla sezione “Venice Days” della mostra cinematografica di Venezia, regalandogli, a vent’anni, il primato di regista più giovane mai selezionato per una proiezione nella storia del festival. La critica internazionale si accorge di lui: in breve tempo i suoi corti si guadagnano un posto in numerosi festival cinematografici e istituzioni museali internazionali, come il Centre d’Art Contemporain di Ginevra, che quest’estate ha dedicato al suo lavoro un’importante retrospettiva. “Ma l’obiettivo finale, per me, rimane oggi come allora la realizzazione di un film. Oggi, finalmente, mi sento pronto”, rivela il regista, attualmente impegnato con le riprese del suo primo corto concepito fin dalle prime battute non, come i precedenti, per “sondare emozioni, dimensioni interiori” quanto per costituire il nucleo narrativo attorno a cui si svilupperà un lungometraggio in lingua inglese. “Narrerà le avventure/disavventure di un gruppo di giovani intrappolati in un parco giochi di notte. A differenza dei lavori precedenti, presenterà una vera e propria struttura narrativa e dei dialoghi”. Anche se il soggetto sarà molto diverso da quello dei “tableaux” per cui sono noto, il mio approccio di fondo al cinema”, promette il regista, “non cambia: oggi come allora, con la mia cinepresa inseguo l’elemento magico che ci circonda, anche laddove meno lo aspettiamo. Su questo punto non sono disposto a scendere a compromessi: col disappunto di molti collaboratori, ho deciso di archiviare un lungometraggio filmato tra il 2013 ed il 2014, pressoché ultimato, perché sono accorto che, nel corso delle riprese, la magia che stavo rincorrendo mi era sfuggita beffarda tra le dita. Forse una follia, ma non me ne pento.”

 

Pubblicato su L’Uomo Vogue, Settembre 2015

http://www.vogue.it/uomo-vogue/people-stars/2015/09/alessio-di-zio

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