Travel: Abu Dhabi

Ottanta cupole, circa 1.000 colonne con capitelli d’oro a 24 carati, e pavimentazioni in marmo intarsiate laboriosamente di madreperla, ametista e lapislazzuli. Al suo interno si trova il tappeto tessuto annodato a mano più grande del mondo, realizzato da 1100 artigiani della rinomata regione Mashhad, per un valore stimato in 8 milioni di dollari. Seconda in dimensioni solo alla moschea della Medina in Arabia Saudita, la Gran Moschea dello Sceicco Zayed di Abu Dhabi, ultimata solo dieci anni fa, costituisce senz’ombra di dubbio una ragione più che sufficiente per visitare il ricco emirato, magari approfittando della grande flessibilità della compagnia di bandiera Etihad Airways, che prevede stop-over di durata illimitata senza maggiorazioni di prezzo. L’eccesso è qui di casa: visione da mille e una notte, il vicino Emirates Palace, con le sue volte laccate in oro 24 carati ed i suoi mille lampadari in cristalli Swaroski è considerato il più sfarzoso hotel del mondo, e non stupisce che venga confuso da molti visitatori per la dimora privata della famiglia reale. Se Dubai è considerata la capitale del divertimento, Abu Dhabi punta invece a ritagliarsi il ruolo di capitale culturale della regione. Il “Capital gate” – l’iconico e sbilenco edificio a forma di torcia che, con una sporgenza di ben 18 gradi, sfida le leggi della statica con una pendenza pari a quattro volte quella della Torre di Pisa, si vedrà infatti presto rubare i riflettori dai quattro futuristici musei commissionati ai più grandi nomi dell’architettura internazionale, che sorgeranno nel distretto di Saadiyat Island tra il 2015 ed i 2018: il più grande Guggenheim Museum del mondo (opera di Frank O. Gehry), lo Zayed National Museum (a cura del British Museum, progettato da Lord Norman Foster), il Performing Arts Centre (progettato da Zaha Hadid), ed infine il Museo del Mare, che si annuncia essere il capolavoro di Tadao Ando. Nel frattempo il ricco emirato si è ritagliato il ruolo di paradiso per il golf. Gli amanti di mazze e buche trovano qui non solo importanti manifestazioni internazionali (come Abu Dhabi golf champioship e l’European PGA Tour), ma anche campi da sogno, come l’Abu Dhabi Golf Club, lo Yas Links, e certamente il Saadiyat Beach Golf Club, disegnato dal pluripremiato golfista Gary Player, che, oltre ad una splendida vista sul mare, offre l’insolito sfizio di giocare a golf tra le gazzelle. Per chi fosse alla ricerca, in mezzo a tanto sfoggio di petroldollari, dell’anima più autentica di quello che, fino agli anni ’60, era un piccolo insediamento di beduini e pescatori, da non perdere una visita ad Al Ain, il cuore del patrimonio storico e culturale dell’emirato, sede di un parco archeologico, e certamente l’ “Abu Dhabi Falcon Hospital”, l’ospedale per… falchi, una struttura unica al mondo che propone interessanti visite guidate alla scoperta della cultura beduina. Indispensabile strumento di caccia nel deserto, e per questo motivo considerato a tutti gli effetti un membro della famiglia, il falco negli Emirati gode tutt’oggi di uno status speciale: ha un suo passaporto, e, sugli aerei, viaggia in cabina come un comune passeggero, in uno dei suoi posti riservati.

Pubblicato su L’Uomo Vogue, Dicembre 2014

 

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