“30/60 – Opere dalla collezione del Frac Champagne – Ardenne” al Museo Marino Marini di Firenze

  Sotto le volte della cripta dell’ex-chiesa di San Pancrazio, all’interno del Museo Marino Marini di Firenze, sono visibili da oggi fino al 31 Luglio – per la prima volta in Italia – una quarantina delle 800 opere della prestigiosa collezione del FRAC Champagne-Ardenne, uno dei più prestigiosi centri europei per la produzione e la promozione dell’arte contemporanea. Il titolo della mostra “30/60 – Opere dalla collezione del Frac Champagne – Ardenne”, rimanda ad un doppio anniversario: i trenta anni di esistenza dell’istituzione d’arte, che ha sede presso l’Ancien Collège des Jésuites à Reims, e i  60 anni del gemellaggio tra la città francese e la città di Firenze, firmato il 3 Luglio del 1954. In totale saranno esposte le opere di 26 artisti: Dara Birnbaum, Tom Burr, Martin Boyce, Julien Carreyn, John Coplans, Erik Dietman, Jimmie Durham, Latifa Echakhch, Ruth Ewan, Robert Filliou, Aurélien Froment, Cyprien Gaillard, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Rodney Graham, Lothar Hempel, Pierre Huyghe, Barbara Kasten, Matt Mullican, Christodoulos Panayiotou, Émilie Pitoiset, Lili Reynaud-Dewar, Clément Rodzielski, Jeff Wall, Franz West, Michele Zaza. “L’idea era quella di rappresentare al meglio la completezza della collezione, scegliendo le opere più rappresentative ed importanti”, spiega   curatore della mostra insieme a Florence Derieux, direttrice del FRAC. “Come “Milk”, una lighbox degli anni ’80 dell’artista canadese Jeff Wall,  esposta nei musei più importanti del mondo, dalla Tate Gallery di Londra allo Schaulager di Basilea”. La selezione di Bigazzi e Derieux prende avvio dal nucleo di opere storiche della collezione, acquisite nel corso degli anni ’60 (come “Quelques m et cm d’Albublast” di Frik Dietman del 1964, appartenente alla famosa serie degli “Sparadraps”, fatta di oggetti di uso quotidiano ricoperti di nastro adesivo, La Joconde est dans les escaliers / Bin in zehn Minuten zurück. Mona Lisa di Robert Filliou (1969), uno dei principali esponenti del movimento neo-dadaista “Fluxus”, tra i meglio rappresentati nella collezione del FRAC), fino ad arrivare ai giorni nostri, con opere degli artisti francesi più quotati del momento. Due nomi per tutti: Pierre Huyghe, a cui il Centre Pompidou ha recentemente dedicato un’imponente mostra personale, e il pluri-premiato Cyprien Gaillard, di cui è possibile ammirare uno dei capolavori, il video “Cities of Gold and Mirrors”, prodotto in occasione della sua mostra personale al FRAC Ardenne e girato dall’artista in Messico in 16mm. “Nel selezionare le opere abbiamo cercato di rispettare il DNA del Museo Marino Marini, che com’è noto è un museo di scultura, privilegiando i lavori dove l’attenzione dell’artista per la forma dell’oggetto e la plasticità sono più evidenti. Abbiamo inoltre cercato di valorizzare il legame tra la collezione e la città di Firenze.” Tra le opere esposte figurano ad esempio i lavori dell’artista statunitense Daria Birnbaum, che proprio nel capoluogo toscano negli anni ’70 maturò la sua vocazione d’artista, e le fotografie di Michele Zaza, ispirati ai celebri affreschi masacciani della Cappella Brancacci nella Chiesa del Carmine”. Oltre a Zaza, tra gli artisti italiani di “30/60” figurano altri due fotografi: Luigi Ghirri, di cui è possibile ammirare la serie fotografica “Modena”, sei scatti realizzati tra il ’75 e il ’79 in un museo della città emiliana, e  Paolo Gioli, con “L’Uomo di Eakins” del 1982, opera dedicata a una personale reinterpretazione degli studi ottocenteschi sui movimenti del corpo umano del pittore americano Thomas Eakins e del fisiologo francese Etienne Jules Marey.

Pubblicato su Vogue.it, Luglio 2014

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