Con i suoi capelli blu, verdi o rosa schocking e i suoi abiti in stile Harajuku girl che la fanno sembrare un personaggio uscito da un cartone animato o da un film fantasy di Tim Burton, Katy Perry è riuscita a crearsi un’immagine unica e inconfondibile e a catalizzare su di sé la curiosità dei fashion blogger e dei media di mezzo mondo. La sua musica, un pop pensato per canticchiare in macchina, farcito di motivetti orecchiabili e doppi sensi sessuali, spopola tra i teenagers, che affollano i suoi concerti, ma diverte e incuriosisce anche la popolazione adulta. Non si potrebbe altrimenti spiegare il suo spaventoso successo planetario in termini di vendite, tanto più impressionante se si pensa che i dati ufficiali non tengono conto del dilagante fenomeno della pirateria musicale. Nel corso degli ultimi quattro anni, dall’uscita di “I kissed a girl”, la fortunata hit estratta dall’album “One of the boys” (2008) trasmessa ossessivamente dalle radio del pianeta che l’ha catapultata nell’olimpo delle celebrities, Katy Perry è riuscita a vendere ben oltre 37 milioni di canzoni in formato digitale nei soli Stati Uniti e ben 11 milioni di album nel mondo; la ventisettenne di Santa Barbara detiene inoltre il record assoluto di permanenza nella classifica americana con lo stesso album, ben 69 settimane; ed è infine l’unica artista al mondo ad aver raggiunto la prima posizione della classifica dei singoli americana con sei canzoni estratte dallo stesso album – “California Gurls”, “Teenage Dream”, “Firework”, “E.T.”, “Last Friday Night (T.G.I.F.)” e, più di recente, “The one that got away”, contenute in “Teenage Dream” (2010). Nessun artista prima di lei, neppure mostri sacri come Elvis Presley, i Beatles, o Madonna, era riuscito nell’impresa. Solo Michael Jackson vi si era avvicinato al culmine della sua carriera, con cinque single estratti dall’album “Bad”. Difficile, se non impossibile, scorgere dietro questo coloratissimo wunderkind della pop-music la figlia di due pastori protestanti dalla vita castigata a cui, ironia del destino, era proibito categoricamente l’ascolto di musica secolare.
«Sono cresciuta in una famiglia molto religiosa» ha dichiarato, «dove l’unica musica che mi era concesso ascoltare era il gospel. Passare pomeriggi a guardare Mtv come le mie coetanee? Impensabile. Il solo fatto di nominare Madonna era considerato un atto blasfemo». I genitori, notata la sua spiccata inclinazione musicale, la incoraggiano tuttavia ad intraprendere una carriera di cantante, purché si trattasse di musica religiosa. Dopo aver cantato per anni nel coro di una chiesa, nel 2001 Katy Perry pubblica con il suo vero nome – Katy Hudson – un album omonimo di canzoni gospel, che passa tuttavia del tutto inosservato. È il primo di una lunga serie di fiaschi e porte sbattute in faccia, di false speranze seguite inevitabilmente da cocenti delusioni: per ben due volte, importanti case discografiche le offrono un contratto salvo poi ritrattare all’ultimo minuto. Fino al 2008, quando ne firma uno con la Capitol Music Group, la lungimirante casa discografica che produce il suo primo album pop, “One of the boys”, affidandolo alle mani di Dr. Luke, talentuoso producer di Alanis Morissette. La miscela tra i due si rivela esplosiva e fa immediatamente boom: “Hot n cold” raggiunge le vette delle classifiche di oltre quindici paesi e le top 10 di tutti gli stati dove era stata diffusa; “I kissed a girl” viene scaricata 3.8 milioni di volte. Tra i prossimi progetti della cantante vi è un docu-film autobiografico in 3D intitolato “Katy Perry. A part of me” la cui uscita negli Stati Uniti è prevista per il 4 Luglio (per vederlo nelle sale italiane dovremo attendere invece il 4 Agosto), che toccherà, promette, “everything in between”, incluso il dolore per la separazione dall’attore, comico e presentatore britannico Russell Brand, con cui Katy è stata sposata quindici mesi (una delle relazioni più mediatizzate degli ultimi tempi, con tanto di canale twitter dedicato), fino all’avvio delle pratiche di divorzio, lo scorso febbraio. Una sofferenza che la cantante non ha esitato a definire “devastante”, e che influenzerà il suo prossimo lavoro musicale. «Sarà un album decisamente più cupo dei precedenti», promette. «Era inevitabile, dopo quello che ho vissuto. Se avessi una macchina del tempo e potessi tornare indietro, lo farei. Ma tant’è. Scoprirete un’altra parte di me».
Pubblicato su L’uomo Vogue, Luglio-Agosto 2012
1. What has remained of the daughter of two pastors who was singing Gospels and was not allowed to listen to Pop music in the pop-star that we all know today?
I’m still the same girl in a lot of ways. I still hold on to the roots and foundation of my childhood. I don’t necessarily view life on the same terms as I grew up, but I still have a moral compass, and I try to live my life with integrity every day. I’m just more open and accepting and tolerant because I’ve seen more of the world, experienced more things and met people from all over the world who have opened my mind. Some of my questions in my faith have been answered, and there continue to be questions. It’s an evolving journey.
1. Cosa è rimasto nella popstar di oggi della figlia di due pastori protestanti che cantava gospel in Chiesa e non aveva il permesso di ascoltare musica Pop ?
Per molti versi, sono sempre la stessa ragazza di allora. I miei piedi poggiano tutt’oggi sulle mie radici e sulle fondamenta costruite durante la mia infanzia. Oggi non guardo certamente al mondo con gli stessi occhi di allora, ma in me rimane forte un’istanza morale, che mi spinge a cercare di vivere la mia vita con integrità ogni giorno. Sono più aperta e tollerante che in passato perché ho avuto modo di conoscere meglio il mondo, di sperimentare sulla mia pelle molte più cose, conoscere persone provenienti da ogni dove. Alcune domande legate alla mia fede hanno nel frattempo ricevuto una risposta, ma nel frattempo ne sono sorte delle altre. È un viaggio in continua evoluzione.
2. The period of time you spent in Nashville together with country music veterans seems to have left a profound trace in your biography. What did you learn there?
When I went to Nashville, I went to make a gospel record, but I ended up also rubbing shoulders with all kinds of different types of songwriters, beyond gospel, like country and folk. There was an indie scene going on there at the time, and that’s where I really learned to carve out the story and the narrative of a song to really give definition and meaning to my lyrics rather than just playing a game of filling in the lines, giving it personality and color and emotion and hopefully connecting with the listener. I found some really great music at that time like Jonatha Brooke and Patty Griffin that really helped shape my songwriting skills, but it was basically bare bones me and a guitar at that time, and that really helped me as a songwriter.
2. Leggendo la tua biografia, sembra che il periodo che hai passato a Nashville in compagnia di veterani della musica country abbia lasciato una traccia profonda. Cosa hai imparato da loro ?
Andai a Nashville ufficialmente per incidere un album Gospel, ma finii per frequentare artisti e compositori di vari altri generi musicali ben più secolari, come il country e il folk. All’epoca vi era inoltre una scena indie molto viva. Credo sia stato lì che ho imparato a comporre canzoni che si prefiggono di raccontare una storia, in cui il testo gioca un ruolo importante, e non lo si relega al ruolo di mero riempimento delle note. Canzoni in cui poter esprimere la mia personalità e i miei sentimenti, con cui possibilmente riuscire ad entrare in vibrazione con l’ascoltatore. Fu lì che feci la mia prima conoscenza con la musica di grandi artisti come Jonatha Brooke e Patty Griffin, ma l’aspetto più formativo per la mia carriera di cantautrice è stato forse il fatto che mi sono ritrovata finalmente sola con la mia chitarra, libera di creare.
3. Alanis Morissette is often referred to as one of your most important music references at the beginning. Why? Is it still so today? Have other female artists replaced her model role, or have you maybe in between freed yourself from the need of having models to follow?
Alanis Morissette meant a lot to me growing up when I discovered her in 6th grade. I just felt like I had never heard anybody sing from my perspective so honestly and in such a raw way. She sang about her unique situations and problems, which happened to relate to my unique situations and problems, and things I was feeling, so it didn’t make me feel so lonely about them. At that time, I was also listening to a bevy of other females like Gwen Stefani, Shirley Manson from Garbage, Jonatha Brooke and Patty Griffin. Those were really important females to me. I continue to discover music every single day, and am influenced by all kinds of music, whether female or male. I don’t think I’m beyond learning, and I hope to never be.
3. Si è scritto molto sul fatto che Alanis Morissette sarebbe stata un’importante figura di riferimento per te all’inizio della tua carriera. Perché ? È ancora così oggi ? Nel frattempo sono subentrati altri modelli femminili o magari hai scoperto di non averne più bisogno ?
Alanis Morissette ha contato molto per me. Quando la scoprii, ero ancora in prima media. Ricordo di aver pensato che non avevo mai sentito nessuno cantare in maniera così vera e autentica su argomenti a me così vicini. Sentivo che condividevamo lo stesso punto di vista. Alanis cantava di vicissitudini private molto simili alle mie, col risultato che mi sentii di colpo meno sola. Nello stesso periodo, ho ascoltato la musica di molte altre interpreti femminili, come Gwen Stefani, Shirley Manson dei Garbage, Jonatha Brooke e Patty Griffin, tutte artiste estremamente importanti per la mia formazione. Ma continuo a scoprire nuova musica ogni giorno, e sento di essere influenzata da tutti i generi musicali, poco importa se siano uomini o donne a cantare. Non credo di aver finito di imparare, e, anzi, mi auguro di non finire mai.
4. You said “I want to evolve like Madonna”. To which aspects of Madonna’s multifaceted evolution where you in particular referring to with that wish?
I think Madonna, especially in the beginning of her career when she was laying the foundation, was evolving every single time and giving a new visual and a new idea to the public. She kept everybody interested because you never knew what she was going to do next, but whatever she delivered was a solid product. I just hope to be the same. I hope to continually make people interested and hopefully in 10 years look back and have written songs that have become timeless.
4. Hai espresso più volte il desiderio di « evolvere come Madonna ». A quale aspetto della sfaccettata evoluzione di Madonna ti volevi riferire in particolare ?
Credo che Madonna, soprattutto all’inizio della sua carriera quando stava ponendo le fondamenta del suo personaggio, sia stata capace di evolvere in continuazione, riuscendo a dare ad ogni sua apparizione una nuova interpretazione visiva e l’idea di sé al pubblico. È riuscita a mantenere alto l’interesse della gente, perché non sapevi mai con cosa se ne sarebbe uscita la volta dopo. E, regolarmente, ha proposto un prodotto musicale solido e consistente. Spero di riuscire a fare lo stesso, far sì che la gente continui ad interessarsi a me e, tra dieci anni, guardarmi indietro e scoprire che ho prodotto canzoni che non saranno mai dimenticate.
5. Your songs “Ur So Gay” and “I Kissed a Girl” deal with the topic of homosexuality in a way, that paradoxically managed to arouse negative reactions from both religious and gay sectors, the first accusing you of promoting homosexuality and the others of being homophobic. Not bad. Despite these controversies, in many interview you declared you see yourself as a paladin of gay rights. What is your opinion about President Obama’s support of same sex marriages?
I believe in equality. I believe in love with no boundaries or preface. I come from a childhood where there was a lot of judgment on this subject, but I have freed myself from that. I hope in time we can all look back at this moment and realize it was like when we look back at the civil rights movement and were ashamed of ourselves but we’re also happy that we have moved on and seen the light of equality.
5. Con le tue canzoni « Ur so gay » e « I Kissed a girl » hai toccato l’argomento « omosessualità », riuscendo paradossalmente suscitare reazioni negative sia dai religiosi che dalla comunità gay : i primi ti hanno accusata di promuovere stili di vita omosessuali, i secondi di essere omofobica. Niente male. Al di là di queste controversie, in molte interviste hai dichiarato di vederti sempre più nei panni di paladina dei diritti gay. Qual è la tua opinione a riguardo delle recenti dichiarazioni del Presidente Obama a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso ?
Credo nell’uguaglianza. Credo nell’amore senza limiti di sorta. Provengo da un ambiente familiare dove l’argomento era vissuto con molti pregiudizi, ma me li sono scrollati di dosso. Spero che un giorno guarderemo a questa epoca un po’ come oggi guardiamo al periodo delle battaglie per i diritti civili dei neri in America negli anni ’60, provando cioè un frammisto di vergogna per come eravamo e di felicità per il progresso compiuto.
6. You said “With my songs I like to get people thinking. What do you want people to think about next? What’s the most urgent change of mentality necessary for society to evolve according to you?
I like to entice people and open people’s perception on life and hopefully carve out another idea that they wouldn’t necessarily see. I think it’s really important with my film coming up that I break down the idea that people in my position, or people that have reached their goals and fulfilled their dreams, are perfect and flawless and that anybody that wants to be successful has to be that way. I think it’s important to show that you can be a normal person from a small town, who has nothing – you don’t have to have labels or material possessions in order to achieve your goals and dreams.
6. Hai dichiarato « Con le mie canzoni mi piace far sì che la gente pensi ». A cosa ti piacerebbe che la gente pensasse prossimamente ? Quale cambio di mentalità è a tuo avviso più urgente e necessario al momento perché la società possa evolvere ?
Mi piace l’idea di attirare l’attenzione della gente per poi aprire nuovi orizzonti alle loro percezioni, indurre pensieri che altrimenti non avrebbero mai avuto. Trovo ad esempio molto importante che il mio prossimo film sfati il mito che le persone nella mia posizione, che sono riuscite a realizzare il sogno di una vita e a raggiungere i propri obiettivi siano esseri perfetti, fuori dal mondo, e che chiunque voglia fare lo stesso debba essere necessariamente così. Credo sia importante mostrare che gli stessi risultati possono essere raggiunti anche se sei una persona normalissima cresciuta nella provincia, senza denaro, entrature importanti o particolari etichette.
7. Your style in fashion is all but conventional. You described it as a “a concoction of different things”, inspired by the movie Lolita. Tell us more about your fashion style. Do you perceive it as a direct expression of an eclectic personality or rather a beautiful mask, a colorful shell that you use to protect yourself from the outside?
My sense of style is like an ever-evolving mood ring. However I feel when I wake up is exactly how I dress. It’s many different things because I feel many different things and almost feel like I have multiple personalities inside of me and want to express them all at different times or sometimes all at the same time. I generally just like to have fun and sometimes I’ll imagine and create a world and try to dress like that thing I’ve created for 6 months or so. Right now, I’m really into the fairy nymph, white witch, goth vibe.
7. Il tuo look può essere definito tutto fuorché convenzionale. In passato hai dichiarato che si tratta di « un gran miscuglio di tante cose », e che ti è stato ispirato dal film « Lolita ». Credi sia l’espressione di una personalità particolarmente eclettica o piuttosto una bella maschera, un guscio di conchiglia variopinto dentro la quale ti rifugi per sfuggire a sguardi indiscreti ?
Il mio senso dello stile è come uno di quegli anelli che cambiano colore con l’umore, cambia ed evolve in continuazione. Quando mi alzo, scelgo il mio abito in funzione del mio stato d’animo. Se è un « miscuglio di tante cose », è perché provo tante emozioni diverse al contempo, al punto da sentire di avere una personalità multipla, composta da varie anime a cui voglio dare una voce, talvolta anche in contemporanea. Vi é poi un’imprtante componente legata al divertimento. A volte mi diletto a inventarmi un mondo immaginario, e a vestire per anche sei mesi abiti ad esso ispirati. Al momento, ad esempio, sono nella fase della ninfa fatata, della strega bianca, del look gotico.
8. Who are the fashion designers you like the most?
In the past, I’ve liked bigger, brighter, bolder and still continue to love people like Jean Charles de Castalbajac and Jeremy Scott, but I’m happy to say that my style has always been beyond labels. It’s mostly about what looks good on me, not who made it, although I appreciate the art. That means it could be a dainty lace piece from a 1920’s estate sale or it can be a glitzy bedazzled number from a thrift store in Las Vegas.
8. Quali sono i tuoi stilisti preferiti ?
In linea di massima in passato le mie preferenze sono sempre andate a stilisti capaci di osare : tanto più vistoso, luccicante e imponente l’abito, tanto meglio, e per questo continuo ad amare il lavoro di Jean Charles de Castalbajac e Jeremy Scott. Ma sono fiera di poter dire che il mio stile ha sempre avuto poco a che vedere con le marche di moda. Quel che conta è che un abito mi stia bene addosso, non chi l’ha fatto, anche se indubbiamente apprezzo il lavoro artistico che può starvi a monte. Ciò significa che posso amare sia un “dainty lace piece” preso ad una svendita di un guardaroba anni ’20, che un “glitzy bedazzled number” di un negozio di di articoli usati a Las Vegas.
9. What are the projects you are currently working on?
I’m very excited to release my film coming out in the States July 4th weekend. It’s a very revealing film. There are highs and lows, and there were scenes that I maybe would have opted to take out because I don’t look completely put together, but thought it was necessary to keep them in to show that I am somewhat normal.
9. A quali progetti stai lavorando al momento ?
Sono impaziente di vedere nelle sale il mio film, Trovo che sia un film onesto, che non teme di rivelare che anche la mia vita è fatta di alti e bassi. Vi sono incluse scene del film in cui appaio distrutta, al limite dell’impresentabile, e che il buon senso avrebbe suggerito di eliminare, ma che ho deciso di includere per mostrare che anche se sono una popstar sono una persona normale.
10. Is there a dream left that you hope to fulfill in the future?
If I’m not dreaming, I’m dead, so therefore I continue to dream every day.
10. Vi è un sogno che ancora speri di realizzare in futuro ?
Se non sognassi, significherebbe che sono morta. Per questo motivo continuo a sognare tutti i giorni.