Musica e danza “pronta consegna”. Succede nell’anticonformista Berlino, che lancia gli acquisti “immateriali”. Intervista con Ambra Pittoni.
Ricordate le opere d’arte immateriali e irripetibili dell’artista Berlinese Tino Seghal, consistenti in incontri a sorpresa tra i visitatori di musei e alcuni attori professionisti da lui assoldati? Ancora una volta è la capitale tedesca a portare avanti la medesima riflessione sulla commercializzazione di arte effimera e evanescente, estendendola a discipline artistiche come la danza e la musica. “Boutique de Danse” è il nome dell’ultimo lavoro della giovane coreografa Italiana, Berlinese d’adozione, Ambra Pittoni. Come suggerito dal nome, di una boutique si tratta, ancorché fittizia, nella quale è possibile sbizzarrirsi nell’acquisto di una merce decisamente insolita: pezzi di danza “confezionati” su misura e eseguiti sul momento davanti al cliente. L’evento si svolge occasionalmente all’interno di un’elegante sala, dove Ambra Pittoni, in veste di maîtresse della boutique, orchestra la consegna della merce effimera ai clienti-spettatori, comodamente seduti su dei sofà. Le bastano poche parole nell’orecchio dei suoi dodici ballerini, per dare il via ad un ininterrotto susseguirsi di cammei coreografici estemporanei, ricchi di ironia, inventiva e rigorosamente improvvisati sul momento. Improvvisati sì, ma anche frutto di un’interazione giocosa tra i performer e lo spettatore, a cui è dato, con modalitá sempre diverse, di personalizzare la danza acquistata in base al proprio gusto. “Riflettendo sull’aspetto provvisorio che è proprio delle arts vivants”, spiega Pittoni, “mi sono chiesta perché non è possibile quotare il valore una coreografia unica e irripetibile, destinata a vivere solo per il tempo della performance, come si fa per un quadro o una scultura. Non è anch’essa un’opera d’arte? Nasce così la boutique, un tentativo di stimolare la stessa domanda nel pubblico, proponendogli ironicamente l’acquisto di opere d’arte sfuggevoli, vive, sanguigne, che non si lasciano né imballare né tantomeno esporre nel salotto di casa.” Dove invece è possibile fregiarsi, se pur per un tempo limitato alla loro durata, delle “opere fugaci” di altri artisti attivi sulla scena Berlinese impegnati a prendere ironicamente di mira l’attuale euforia per gli acquisti on-line. Come il coreografo Christian Winckler, ideatore di “gogo-dancers”, un progetto artistico consistente in un portale internet sul quale è possibile acquistare performance danzate di cui fruire a domicilio, alla stregua di un prontopizza. Oppure il musicista Marco Brosolo, Veneziano ma da tempo residente a Berlino, noto per vendere simbolicamente all’asta, su ebay, performance live di musica elettronica da camera. “Concerti elettronici da camera ispirati alle performance acustiche di musica classica che un tempo venivano eseguite nelle case dei nobili, rigorosamente non registrati su alcun supporto, in modo da garantire a chi li ha acquistati il piacere di fruire sul momento di un’opera irripetibile”. “Non è un caso che sia proprio Berlino, la capitale europea meno incline ad uniformarsi ai valori imperanti del consumismo, ad accogliere questo genere di avanguardie”, commenta la padrona della “Boutique de Danse”. Solo una città così può ancora permettersi di sbeffeggiare allegramente il dio denaro attraverso l’arte della performance!”.
Pubblicato su Vogue Italia, Ottobre 2008
Photo credit: Courtesy of Ambra Pittoni.
Dall’Alto: L’insegna della Boutique de Danse. Due coreografie di Ambra Pittoni.