Moonboots. Andata e ritorno dalla Luna.

Gli stivali da neve più famosi del mondo restano sulla cresta dell’onda e invadono le città. Come e perché Moon Boot continua a mietere successi

Di Michele Fossi

“È un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Il 20 luglio 1969 il mondo intero si ferma per seguire in diretta televisiva lo storico evento dello sbarco sulla Luna. Tra quei milioni di spettatori  con gli occhi incollati allo schermo vi era anche un giovane imprenditore italiano, Giancarlo Zanatta. A colpire la sua attenzione, più della navicella spaziale e dei crateri lunari, fu il futuristico design dei calzari anti-gravità con cui Neil Armstrong compì quel piccolo, storico passo. In testa, gli si accende una lampadina, che presto maturerà in ossessione: creare degli stivali “lunari” per il Pianeta Terra. Nasce così l’idea di Moon Boot, il doposcì per eccellenza: una calzatura record di vendite — venti milioni il numero di paia vendute nel mondo — che come poche può vantare di essere stata anticipatrice di trend. Scarpa unisex, caratteristica rivoluzionaria alla fine degli anni ‘60, si è fatta interprete, con decenni di anticipo, di quel desiderio di gender-neutrality che oggi detta legge nel mondo della moda, guadagnandosi  il titolo di “prima scarpa inclusiva del mondo”. È inoltre una scarpa pioniera del non meno attuale trend anti-spreco: calzabile, grazie all’estrema sofficità dell’imbottitura interna, da piedi di taglie anche molto diverse tra di loro, accompagna per anni la crescita dei più giovani senza dover essere cambiata ad ogni stagione. 

Grazie a queste caratteristiche speciali  (cui si aggiunge la peculiarità di essere una scarpa ambidestra, calzabile cioè indistintamente col piede destro e sinistro), i Moon Boot – caso più unico che raro nel panorama della calzatura – sono celebrati oggi non solo come success-story di moda, ma anche come capolavoro del design: nel 2000 vengono esposti al Louvre di Parigi tra i 100 simboli del design del XX secolo; nel 2018 e 2019, rispettivamente, il MoMa di New York e la Triennale di Milano li hanno inseriti nelle loro collezioni permanenti di design.

Durante il 2022, i Moon Boot hanno nuovamente conquistato i titoli delle riviste di moda per aver messo a segno un come back in grande stile, confermandosi, a più di cinquant’anni dal lancio, una delle calzature più in dell’era post-covid. “The best winter boots for keeping your feet warm and stylish. No matter the weather ”, titola Forbes.  Eh già, perché la novità è che il ritorno dei Moon Boot vede i soffici doposcì dal design extra-terrestre prendere piede anche lontano dalle piste da sci, nelle strade delle metropoli; e persino in quelle, come Los Angeles, dove le temperature sono tutto fuorché alpine. Questo grazie all’investitura delle celebrity – da Billie ilish, Justin Bieber,  Kim Kardashian a Dua Lipa, Lil Nas X, Madonna e Mariah Carey – che su Instagram sfoggiano orgogliose i loro “stivali lunari”, e alle numerose collaborazioni con le case di moda che si sono succedute nel corso degli ultimi anni – da Jimmy Choo, a Yves Salomon, Jeremy Scott, Moncler –  letteralmente andate a ruba e spesso fatte oggetto di un vero e proprio interesse collezionistico. Tra i più difficili da reperire, secondo Net-à-Porter, i Moon Boot griffati Fendi e Chloé: definiti  “reperti di culto”, il loro prezzo si aggira ormai sugli 800 €.  

Nonostante il prezzo dei Moon Boot classici sia rimasto relativamente abbordabile, intorno ai 135 euro, l’associazione implicita con il privilegio di potersi permettere una settimana bianca ha conferito a questi doposcì, col tempo, un’indubbia aurea di “prodotto elitario”: un paradosso che conferma, ancora una volta, che ci troviamo davanti ad una calzatura sui generis, quasi una categoria merceologica a parte, per la quale valgono immancabilmente regole diverse.  

Sempre l’associazione con le settimane bianche, e la spensieratezza che le accompagna, ha contribuito ad associare i Moon Boot anche a un’idea di svago e felicità, che permette loro oggi di intercettare a pieno il diffuso bisogno di ottimismo e joie de vivre che contraddistingue i trend di moda dopo i cupi anni pandemici. «Moon Boot è da oltre 50 anni sinonimo delle good vibes durante un viaggio, che si tratti delle vacanze in famiglia o con gli amici. Una legacy che ci impegniamo a coltivare negli anni a venire», promette Mirko Massignan, GM di Moon Boot.  Tra i modelli che, in assoluto,  più sprigionano allegria vi è sicuramente il “Moon Boot arcobaleno”,  icona indiscussa del vestiario degli anni 80, e tra i più venduti nella storia del brand. Il 5 gennaio, per la gioia dei tanti nostalgici che li hanno indossati da piccoli,  verrà annunciata una nuova collaborazione eccellente che li riguarderà da vicino. Per saperne di più, stay tuned.

Pubblicato su Vogue Italia, gennaio 2023

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