Dopo neanche due ore e mezza di guida lungo la “Pacific Coast Highway” in direzione sud, San Francisco, con i suoi moli brulicanti di vita e la sua inesauribile offerta gastronomica e museale, pare improvvisamente lontana anni luce. Dopo aver parcheggiato a ridosso di una scogliera a picco sull’oceano, ci si ritrova in silenzio a contemplare la vista di una costa dal fascino primigenio, scogliosa e frastagliata, preservata miracolosamente dalla speculazione edilizia; l’odore salmastro, portato dalla brezza leggera, intride le narici, obbligando ad aprire i polmoni e a calmare il respiro. Tale è il potere di questa celeberrima strada panoramica a due corsie, a detta di autorevoli giramondo “la più bella strada costiera del mondo”, di riportare il viaggiatore in contatto con gli elementi, di invitare all’introspezione e di infondere pace interiore. Sarebbe un delitto vanificarne gli effetti taumaturgici percorrendola in fretta, mettendo in conto meno di quattro-cinque giorni per la traversata del tratto più panoramico, lungo circa 150 km, che va da Monterey fino a Morro Bay. Fortunatamente basta una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia di sabbia bianca di Carmel by the bay, cittadina tranquilla e benestante, nota per le sue ville da sogno e per aver dato rifugio ad artisti e scrittori, per scrollarsi di dosso ogni velleità di bruciare le tappe. È solo l’inizio di un inesorabile processo di dilatazione del tempo: neanche mezz’ora di guida più a Sud, superato l’impressionante ponte d’acciaio sospeso nel vuoto “Bixby Creek Bridge”, la strada inizia improvvisamente a salire e gli scorci a farsi così mozzafiato, da obbligare a continue soste fotografiche. Siamo arrivati in uno dei maggiori “topos letterari” d‘America, il Big Sur, da sempre venerato da poeti, musicisti e scrittori — si pensi all’afflato mistico che pervade l’omonimo romanzo di Kerouac — come una terra incantata, in grado di riportare l’Uomo in contatto con la Natura. “È un luogo dove gli estremi si incontrano, dove si è sempre consci del tempo, dello spazio, della vastità. Dove il silenzio è eloquente”, scrive Henry Miller nell’opera autobiografica “Big Sur and the Oranges of Hieronymus Bosch”. Non stupisce che quest’oasi di pace, magia e misticismo, dalle cui alture a picco sull’oceano non è raro avvistare balene ad occhio nudo, sia diventata, a partire dagli anni Sessanta, il punto di ritrovo di molte figure del movimento “New age” americano. I due “guru” del “movimento per lo sviluppo del potenziale umano”, Michael Murphy e Dick Price, qui fondarono nel 1962 l’ “Esalen Institute”, un idilliaco centro immerso nel verde dedicato alla trasformazione personale e sociale, dove si viene per meditare e ritrovarsi, praticare lo yoga, ma anche lavorare attivamente alla pace nel mondo: a titolo di esempio, qua negli anni ’80 si sono svolti i primi interessanti programmi per avvicinare cittadini americani e sovietici, bypassando la reciproca ostilità dei rispettivi governi. Da non perdere l’esperienza di un’immersione notturna nelle vasche termali, fiore all’occhiello del centro (aperte ai non residenti, su prenotazione, solo dalle 1 alle tre di notte): immersi in quell’acqua calda che pare liquido amniotico, in compagnia solo di una volta stellata e di alte scogliere illuminate dai raggi lunari, si vorrebbe che quelle due ore di beatitudine durassero in eterno. Quando l’appetito si fa sentire, a pochi chilometri si ha il lusso di poter scegliere tra due ristoranti d’eccezione, il “Sierra Mar” ed il “Restaurant at Ventana”, rispettivamente i ristoranti di due perle dell’Hotellerie Californiana: il Big Ranch Inn e l’hotel Ventana. Il primo, noto anche per il suo setting di eccezione (solo vetrate e viste vertiginose sull’oceano) e per attrarre star hollywoodiane in cerca di aria fresca, offre un raffinato menu in nove elaboratissime microportate, “Taste of Big Sur”, a base di ingredienti rigorosamente locali, come il delicato mollusco abalone o le verdure coltivate sui tetti verdi dell’hotel; il secondo, con un menù meno elaborato ma non per questo meno creativo e convincente, beneficia da un paio di anni della vulcanica fantasia di Paul Corsentino, l’ex chef del Benjamin Hotel in New York City. Per il pernottamento in zona, si può fare riferimento inoltre sull’originale Treebone Resort, con le sue lussuose e romantiche yurte e case sull’albero, e certamente sul Luisa Lodge, romantico hotel a conduzione familiare, da cui si godono forse le migliori viste sul massiccio costiero del Big Sur. Prima di gettarsi nel turbine di Los Angeles, l’ultima tappa di questa lenta traversata ci porta su un’esclusiva collina di Santa Barbara, Montecito, presso l’Hotel Belmond El Encanto: un superlativo hotel diffuso, strutturato in esclusivi cottage sparsi tra i vialetti di un giardino lussureggiante, dove la sera la belle société locale si dà appuntamento per bersi un cocktail con vista sulle luci della città in lontananza. Dopo un Wine tasting nella Santa Ynez Vallez ed un giro in città, è d’obbligo una visita all’impressionante “Lotus Land” di Ganna Walska, uno dei segreti meglio custoditi della California: un giardino privato che si estende su oltre 15 ettari, nato dalla visione di una ricca e affascinante aristocratica russa, ex cantante di opera ed instancabile collezionista di mariti (ben sei di cui quattro milionari), trasferitasi negli Stati uniti nel corso degli anni Dieci del secolo scorso. Con 3000 specie vegetali diverse e due milioni di dollari di costi di manutenzione ogni anno, non stupisce che il buen retiro di questa eccentrica dama d’altri tempi, che amava definirsi un’acerrima “Enemy of the average”, sia stato nominato uno dei 10 più bei giardini privati del mondo. Particolarmente d’effetto la collezione di cactus, di cui alcuni rarissimi, ed il “Blue garden”, la sezione dedicata, come suggerisce il nome, a piante con le inflorescenze tendenti al blu.
Pubblicato su L’Uomo Vogue, Ottobre 2016
Photo credits: Clara Vannucci
Volo
Tra le tariffe più interessanti per raggiungere la California figurano sicuramente quelle di Air Berlin, che da pochi mesi ha inaugurato la nuova destinazione San Francisco (collegamenti da Roma, Milano, Venezia e Firenze, con scalo a Düsseldorf o Berlino). Motivo di vanto della compagnia teutonica la nuova esperienza in business class, con un menu d’eccezione e i sedili FullFlat, completamente reclinabili e con accesso da entrambi i lati. Air Berlin è inoltre la compagnia aerea che offre la maggiore distanza tra sedili sui voli a lungo raggio in classe Economy, grazie a 48 sedili “XL” che offrono un minimo di 15 cm in più per allungare le gambe.
Hotel Zephyr – San Francisco
Hotel dal design fresco, colorato e divertente, con ampie stanze decorate in stile nautico, in omaggio al vicinissimo porto: il Pier 41 si raggiunge in soli tre minuti a piedi. Il WiFi ai piani è gratuito.
250, Beach Street San Francisco
Phone +1 (415) 617-6565
Alexander’s steakhouse – San Francisco
Costoso, ma ha i suoi motivi per esserlo: questo tempio dedicato al culto della carne, a metà strada tra una classica steakhouse americana e un ristorante giapponese, è uno dei pochi indirizzi dove è possibile provare l’esperienza di un assaggio della “Wagyu”, tra le carni di manzo più delicate e rare del mondo. Tra i diversi piatti a base di questa carne sopraffina lo chef Marc Zimmerman consiglia la bistecca “Shiga Ohmi”, accompagnata da una selezione di dodici diverse varietà di sale.
448 Brannan Street between Third and Fourth Streets, San Francisco
http://www.alexanderssteakhouse.com/
Fog Harbor” Fish house – San Francisco
“100% sustainable food” è il motto di questa apprezzata fish house dai cui tavoli si godono belle viste sui moli di San Francisco. Da non perdere, oltre alla classica zuppa di vongole, i due antipasti “Red Chili Garlic Shrips” e “Crab cake”, e l’ottima coda di aragosta.
Pier 39, San Francisco
fogharbor.com/
Le Colonial – San Francisco
Grazie ad un’atmosfera coloniale che ricorda la Saigon prima della guerra “Le Colonial” si è rapidamente imposto come uno degli indirizzi più romantici di San Francisco per una cena a lume di candela. Il menu propone ricette fusion, a cavallo tra la cucina vietnamita e quella francese.
20, Cosmo Place (non lontano da Union Square)
MoMA San Francisco
Recentemente riaperto al pubblico dopo anni di restauro, il MoMA San Francisco si ripresenta con una superficie triplicata, un design degli spazi ad alto effetto, curato dallo studio norvegese Snohetta, incentrato sul dialogo tra aree espositive, scalinate e terrazze esterne, ed una collezione impressionante, che non teme il confronto con il più noto cugino new yorchese: non ci sono dubbi che questo museo sia destinato a diventare, per l’arte del XX e XXI secolo, quello che il MoMA New York oggi rappresenta per l’arte del tardo ottocento e inizi novecento. Particolarmente bella la sezione dedicata alla ricca Fisher Collection, con innumerevoli capolavori del neo-espressionismo tedesco, da Carl Andre, Gerhard Richter, Georg Baselitz a Ellsworth Kelly.
17-Mile Drive
Imperdibile circuito panoramico che, tra campi da golf da sogno e scorci mozzafiato, si snoda sulla penisola di Monterey, attraverso la Pebble Beach and Pacific Grove.
Big Sur Bakery
L’indirizzo per chi al Big Sur cerca un’atmosfera più informale e rustica, e prezzi più abbordabili, del Ventana e del Ranch Inn. In questa panetteria/ristorante/cottage famosa per la pasticceria ed il pane fatto in casa si viene anche per assaggiare ottimi piatti di pesce fresco, acquistato ogni mattina — assicura il proprietario Hillary Libman — da un pescatore che ha accesso alla riserva marina prospiciente alla scogliera di Big Sur.
Esalen Institute
Per prenotazioni:
Ganna Walska Lotusland – Santa Barbara
695 Ashley Road, Santa Barbara
(805) 969-3767
Hotel Belmond El Encanto – Santa Barbara
Paradisiaco hotel diffuso, strutturato in esclusivi cottage sparsi tra i vialetti di un giardino lussureggiante, sull’esclusiva collina di Montecito.
http://www.belmond.com/it/el-encanto-santa-barbara/
800 Alvarado Pl, Santa Barbara, CA 93103, Stati Uniti
Telefono: +1 805-845-5800
Wine Tasting
https://www.visitsyv.com/what-to-do-in-santa-ynez-valley/wine-tasting
Wine Bistro Pierre Lafond
Pioniere e anticipatore (fu infatti tra i primi a coltivare vigne a Santa Barbara), fondatore del Montecito Market nel 1964, Pierre Lafond è anche il proprietario dell’omonimo ristorante a Montecito, a pochi minuti di guida dal Lotus Garden. I piatti forti dello chef: “Sea bass en papillote” e “Bistro ravioli al limone” e la zuppa di cipolle. Interessante anche il fornitissimo concept store ricavato al primo piano dello stesso edificio.
Taqueria La super rica
Per un’atmosfera più informale, in città si può optare per il ristorante messicano “la super rica”. Da non perdere il “super rica especial”, uno dei migliori taco di maiale con formaggio della California.
















