Mandarin Bar & Bistrot
Un menu a sorpresa, diverso ogni settimana, incentrato su quei piatti semplici della tradizione che più immediatamente associamo al pranzo della domenica in famiglia, come le lasagne, la parmigiana e le melanzane farcite, reinventate in chiave destrutturata e “alleggerita”. Questo il concept di “A tavola”, il nuovo appuntamento domenicale firmato dallo chef bistellato Antonio Guida al Mandarin Bar & Bistrot, nato per dare una risposta tutta italiana al trend importato da oltreoceano del “brunch”. “Snellire la tradizione” è l’obiettivo che ci siamo posti per onorare il pranzo meno formale e più rilassato della settimana”, racconta Guida, approdato a Milano nel 2015 dopo tredici gloriosi anni alla guida de Il Pellicano di Porto Ercole. “Per me è fondamentale che il cliente capisca cosa sta mangiando. Di un astice con zabaione agli asparagi egli deve poter riconoscere visivamente tutti e tre gli ingredienti principali, oltre ovviamente ad apprezzarne distintamente i rispettivi sapori, che devono esaltarsi l’un l’altro, senza mai coprirsi”. Il processo di “alleggerimento” investe anche il servizio: come nelle vecchie osterie di campagna, le portate vengono servite in tavola su un vassoio rialzato da cui ogni commensale può servirsi a piacimento.

Ristorante Torre
I piatti della tradizione contadina come la panzanella toscana o la pasta con i ceci, opportunamente nobilitati da abbinamenti inattesi, ma mai stravaganti, sono i veri protagonisti, più dei ricercati interni disegnati da Rem Koolas, del nuovissimo ristorante ospitato ai piani alti della Torre della Fondazione Prada. Un menu senza fronzoli eppur curato in ogni dettaglio, che equivale ad una dichiarazione d’amore per la semplicità della cucina tradizionale italiana.

Papermoon
L’illusione in cui si sprofonda pochi minuti dopo essersi seduti ad un tavolo del nuovo Paper Moon — inaugurato lo scorso autunno all’interno di Palazzo Reina davanti all’omonimo ristorante storico in via Bagutta — è quella di essere i privilegiati ospiti di una grande dame milanese all’interno della sua patrizia dimora. Un “effetto casa” corroborato da una suddivisione dello spazio in intime stanze con al massimo venti coperti, fini arredi ottocenteschi e sfarzosi soffitti affrescati. Motivi di vanto del ristorante, oltre al giardino di 700 metri quadri, l’ampia scelta di crudi di pesce, la gelatina di pomodoro con la sua burratina e l’ombrina in terrina.
Pubblicato su GQ, Luglio 2018